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Auktionsarchiv: Los-Nr. 441

BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764].

Auction 27.11.2002
27.11.2002
Schätzpreis
10.000 € - 12.000 €
ca. 10.013 $ - 12.016 $
Zuschlagspreis:
12.400 €
ca. 12.416 $
Auktionsarchiv: Los-Nr. 441

BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764].

Auction 27.11.2002
27.11.2002
Schätzpreis
10.000 € - 12.000 €
ca. 10.013 $ - 12.016 $
Zuschlagspreis:
12.400 €
ca. 12.416 $
Beschreibung:

BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764]. 4°. (220 x 150mm.) (Manca la carta dell'errata, poche bruniture e fioriture.) Legatura in marocchino rosso a grana lunga del sec.XIX, dorso a 5 nervi, ai comparti titolo e autore impressi in oro, astuccio in cartone rigido marmorizzato. PRIMA EDIZIONE IN BARBE dell'opera che segna il punto di partenza della moderna storia del diritto penale. All'inizio del sec.XVIII i metodi della giustizia criminale erano essenzialmente medievali. Il sistema penale era crudele ed arbitrario, i metodi di pena usati barbari e i processi segreti. Con l'avvento dell'Età della Ragione la richiesta di cambiare questo stato di cose divenne più forte. Dei delitti e delle pene si inserisce in questo clima e fu scritto dal Beccaria a soli 26 anni. In esso l'autore sostiene che la gravità del crimine deve essere giudicata in base al danno che questo provoca alla società e la pena deve essere ad esso commisurata. Bisognerebbe perseguire la prevenzione dei crimini piuttosto che concentrarsi sulla pena, e la certezza della pena dovrebbe avere maggiore effetto che la severità. Beccaria denuncia l'uso della tortura, la segretezza dei processi e soprattutto rifiuta la pena capitale. Propone ammende per i crimini contro la proprietà e l'esilio per quelli politici, nonchè il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. Il successo del libro fu immediato e in diciotto mesi si susseguirono ben 6 edizioni. Il libro fu composto tra il marzo del 1763 e il gennaio dell'anno successivo. La scelta dello stampatore cadde sul livornese Marco Coltellini, che già aveva pubblicato le meditazioni del Verri Sulla felicità . L'originale fu trascritto dal Verri e la copia inviata al direttore della tipografia, Giuseppe Aubert, al quale pervenne il 12 aprile 1764. L'esiguo numero di pagine del libro consentì una rapidissima stampa e nel luglio il primo esemplare era già nelle mani dell'autore. PMM 209.

Auktionsarchiv: Los-Nr. 441
Auktion:
Datum:
27.11.2002
Auktionshaus:
Christie's
Rome
Beschreibung:

BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764]. 4°. (220 x 150mm.) (Manca la carta dell'errata, poche bruniture e fioriture.) Legatura in marocchino rosso a grana lunga del sec.XIX, dorso a 5 nervi, ai comparti titolo e autore impressi in oro, astuccio in cartone rigido marmorizzato. PRIMA EDIZIONE IN BARBE dell'opera che segna il punto di partenza della moderna storia del diritto penale. All'inizio del sec.XVIII i metodi della giustizia criminale erano essenzialmente medievali. Il sistema penale era crudele ed arbitrario, i metodi di pena usati barbari e i processi segreti. Con l'avvento dell'Età della Ragione la richiesta di cambiare questo stato di cose divenne più forte. Dei delitti e delle pene si inserisce in questo clima e fu scritto dal Beccaria a soli 26 anni. In esso l'autore sostiene che la gravità del crimine deve essere giudicata in base al danno che questo provoca alla società e la pena deve essere ad esso commisurata. Bisognerebbe perseguire la prevenzione dei crimini piuttosto che concentrarsi sulla pena, e la certezza della pena dovrebbe avere maggiore effetto che la severità. Beccaria denuncia l'uso della tortura, la segretezza dei processi e soprattutto rifiuta la pena capitale. Propone ammende per i crimini contro la proprietà e l'esilio per quelli politici, nonchè il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. Il successo del libro fu immediato e in diciotto mesi si susseguirono ben 6 edizioni. Il libro fu composto tra il marzo del 1763 e il gennaio dell'anno successivo. La scelta dello stampatore cadde sul livornese Marco Coltellini, che già aveva pubblicato le meditazioni del Verri Sulla felicità . L'originale fu trascritto dal Verri e la copia inviata al direttore della tipografia, Giuseppe Aubert, al quale pervenne il 12 aprile 1764. L'esiguo numero di pagine del libro consentì una rapidissima stampa e nel luglio il primo esemplare era già nelle mani dell'autore. PMM 209.

Auktionsarchiv: Los-Nr. 441
Auktion:
Datum:
27.11.2002
Auktionshaus:
Christie's
Rome
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