Lot 34 Importante rilievo in legno policromo e dorato raffigurante scena con il martirio di San Giovanni Evangelista, scultore rinascimentale spagnolo o lombardo operante nella fine del XV secolo, prossimo al Maestro di Trognano cm 117x105 Questo magnifico e sfavillante rilievo vanta due documentati passaggi in prestigiose collezioni come quella tedesca di Richard von Kaufmann (1849-1909), economista e collezionista assai importante nella Berlino della fine dellOttocento in stretti rapporti con il celebre storico dellarte tedesco Wilhelm von Bode (1845 - 1929), direttore generale dei musei di Berlino e specialista nella scultura del Rinascimento. La provenienza dalla collezione Kauffmann è attestata da un cartellino cartaceo, apposto sul retro del rilievo che ripropone la didascalia del catalogo della collezione Kaufmann della quale, nel 1917, Bode scrisse il saggio introduttivo. Nella seconda metà del Novecento, lopera vanta, fino al 1977, una altrettanto importante presenza nella collezione dellantiquario fiorentino Carlo De Carlo (1932-1999), figura di spicco nel panorama internazionale, singolare figura di mercante e collezionista. In entrambi i passaggi collezionistici, che testimoniano il valore artistico dellopera che ha attraversato i più raffinati gusti di quasi un secolo, il monumentale rilievo, forse proveniente da un complesso apparato come un altare, veniva attribuito ad un artista spagnolo del Quattrocento, probabilmente osservando la fastosa decorazione a estofado, una particolare tecnica espressiva peculiare della penisola iberica. Questa proposta attributiva, filtrata da studi più recenti che hanno restituito un panorama più articolato della diffusione di questa tecnica, presente anche in altre aree geografiche amministrate o in contatto con la Spagna, può essere ulteriormente vagliata: i modelli iconografici e stilistici della nostra composizione sono ascrivibili ad una matrice rinascimentale italiana, non trovando accordo con il mondo artistico spagnolo di fine Quattrocento, pervaso da influenze naturalistiche fiamminghe, che solo nei primi decenni del Cinquecento con artisti come lo spagnolo Alonso Berruguete o italiani come Jacopo Torni e Pietro Torrigiani presenti nella penisola iberica, si aprirà alla culura del Manierismo toscano. In particolare, lopera indica affinità con la produzione artistica del tardo-quattrocento lombardo, indagata, in anni recenti, da Raffaele Casciaro (2). Lautore del rilievo mostra, infatti, una cultura figurativa mantegnesca, attecchita nellarea padana in seguito allattività di Donatello a Padova, che si diffonde anche nellarea lombarda ad opera di artisti di primo ordine come il cosidetto Maestro di Trognano e lintraprendente bottega di Giacomo del Maino Il naturalismo padano che qualifica il rilievo, espresso nella muscolarità dei personaggi, dal prognatismo dei volti degli aguzzini o dal modo di intagliare i capelli a larghe ciocche, nonché luso delle sontuose decorazioni e scritte in oro, rimanderebbe ad alcune opere come i quattro pannelli raffiguranti la Passione di Cristo conservati al Museo civico del Castello Sforzesco a Milano o la Flagellazione presso il Monastero delle Romite Ambrosiane di Varese, eseguiti nellultimo quarto del Quattrocento ascritti al Maestro di Trognano, scultore di spicco nel panorama scultoreo dellepoca. (1) cfr. Cassirer e Heblin, Berlino, dicembre 1917, vol.3, n.301, tav.53. (2) - R. Casciaro, La scultura lignea lombarda del Rinascimento, Milano 2000. - R. Casciaro, I confini della scultura lignea lombarda, in Sulle tracce di Mantegna, Zabellana, Giolfino e gli altri, sculture lignee tra Lombardia e Veneto 1450-1540, cat. della mostra a cura G. Fusari e M. Rossi, Gruppo San Luca Onlus 2004, da pp. 39 a 49
Lot 34 Importante rilievo in legno policromo e dorato raffigurante scena con il martirio di San Giovanni Evangelista, scultore rinascimentale spagnolo o lombardo operante nella fine del XV secolo, prossimo al Maestro di Trognano cm 117x105 Questo magnifico e sfavillante rilievo vanta due documentati passaggi in prestigiose collezioni come quella tedesca di Richard von Kaufmann (1849-1909), economista e collezionista assai importante nella Berlino della fine dellOttocento in stretti rapporti con il celebre storico dellarte tedesco Wilhelm von Bode (1845 - 1929), direttore generale dei musei di Berlino e specialista nella scultura del Rinascimento. La provenienza dalla collezione Kauffmann è attestata da un cartellino cartaceo, apposto sul retro del rilievo che ripropone la didascalia del catalogo della collezione Kaufmann della quale, nel 1917, Bode scrisse il saggio introduttivo. Nella seconda metà del Novecento, lopera vanta, fino al 1977, una altrettanto importante presenza nella collezione dellantiquario fiorentino Carlo De Carlo (1932-1999), figura di spicco nel panorama internazionale, singolare figura di mercante e collezionista. In entrambi i passaggi collezionistici, che testimoniano il valore artistico dellopera che ha attraversato i più raffinati gusti di quasi un secolo, il monumentale rilievo, forse proveniente da un complesso apparato come un altare, veniva attribuito ad un artista spagnolo del Quattrocento, probabilmente osservando la fastosa decorazione a estofado, una particolare tecnica espressiva peculiare della penisola iberica. Questa proposta attributiva, filtrata da studi più recenti che hanno restituito un panorama più articolato della diffusione di questa tecnica, presente anche in altre aree geografiche amministrate o in contatto con la Spagna, può essere ulteriormente vagliata: i modelli iconografici e stilistici della nostra composizione sono ascrivibili ad una matrice rinascimentale italiana, non trovando accordo con il mondo artistico spagnolo di fine Quattrocento, pervaso da influenze naturalistiche fiamminghe, che solo nei primi decenni del Cinquecento con artisti come lo spagnolo Alonso Berruguete o italiani come Jacopo Torni e Pietro Torrigiani presenti nella penisola iberica, si aprirà alla culura del Manierismo toscano. In particolare, lopera indica affinità con la produzione artistica del tardo-quattrocento lombardo, indagata, in anni recenti, da Raffaele Casciaro (2). Lautore del rilievo mostra, infatti, una cultura figurativa mantegnesca, attecchita nellarea padana in seguito allattività di Donatello a Padova, che si diffonde anche nellarea lombarda ad opera di artisti di primo ordine come il cosidetto Maestro di Trognano e lintraprendente bottega di Giacomo del Maino Il naturalismo padano che qualifica il rilievo, espresso nella muscolarità dei personaggi, dal prognatismo dei volti degli aguzzini o dal modo di intagliare i capelli a larghe ciocche, nonché luso delle sontuose decorazioni e scritte in oro, rimanderebbe ad alcune opere come i quattro pannelli raffiguranti la Passione di Cristo conservati al Museo civico del Castello Sforzesco a Milano o la Flagellazione presso il Monastero delle Romite Ambrosiane di Varese, eseguiti nellultimo quarto del Quattrocento ascritti al Maestro di Trognano, scultore di spicco nel panorama scultoreo dellepoca. (1) cfr. Cassirer e Heblin, Berlino, dicembre 1917, vol.3, n.301, tav.53. (2) - R. Casciaro, La scultura lignea lombarda del Rinascimento, Milano 2000. - R. Casciaro, I confini della scultura lignea lombarda, in Sulle tracce di Mantegna, Zabellana, Giolfino e gli altri, sculture lignee tra Lombardia e Veneto 1450-1540, cat. della mostra a cura G. Fusari e M. Rossi, Gruppo San Luca Onlus 2004, da pp. 39 a 49
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