Giacinto Gigante (Napoli 1806 - 1876) Marina di Napoli Olio su cartone Naples' Marina Oil on cardboard d 30 cm Dopo aver ricevuto i primi rudimenti di pittura dal padre Gaetano, Giacinto Gigante inizia la sua carriera da paesaggista e ritrattista. Nel 1820 frequenta lo studio dello svizzero Huber assieme ad Achille Vianelli esperienza fondamentale perché fece pratica con l’uso dell’acquerello e della camera ottica. Con la partenza di Huber da Napoli nel 1822, Giacinto Gigante entrò nella scuola di Sminck van Pitloo a Vico del Vasto. Inizia così la sua attività di pittore en plein air, e con Duclère, Carelli e Smargiassi rappresenta il nucleo centrale della Scuola di Posillipo. Nel 1826 dimora a Roma, frequentando lo studio di Wolfenberger; nello stesso periodo conosce il pittore russo Sil’vestr Feodosievic Šcedrin, grazie al quale entra in contatto con l’ambasciata russa e gli aristocratici di passaggio a Napoli. Il suo successo in Russia e presso i russi in Italia è folgorante, a metà degli anni ’30, dipingendo per lo zar Nicola I la “Veduta di Napoli dalla Tomba di Virgilio” e “Veduta di Napoli dalla villa Graven” nonché i ritratti del principe Hotgetrouby, di Dolgoruki e del conte Potosky. Nell’ultimo periodo della sua attività lascia la pittura di paesaggio per dipingere interni di chiese e conventi
Giacinto Gigante (Napoli 1806 - 1876) Marina di Napoli Olio su cartone Naples' Marina Oil on cardboard d 30 cm Dopo aver ricevuto i primi rudimenti di pittura dal padre Gaetano, Giacinto Gigante inizia la sua carriera da paesaggista e ritrattista. Nel 1820 frequenta lo studio dello svizzero Huber assieme ad Achille Vianelli esperienza fondamentale perché fece pratica con l’uso dell’acquerello e della camera ottica. Con la partenza di Huber da Napoli nel 1822, Giacinto Gigante entrò nella scuola di Sminck van Pitloo a Vico del Vasto. Inizia così la sua attività di pittore en plein air, e con Duclère, Carelli e Smargiassi rappresenta il nucleo centrale della Scuola di Posillipo. Nel 1826 dimora a Roma, frequentando lo studio di Wolfenberger; nello stesso periodo conosce il pittore russo Sil’vestr Feodosievic Šcedrin, grazie al quale entra in contatto con l’ambasciata russa e gli aristocratici di passaggio a Napoli. Il suo successo in Russia e presso i russi in Italia è folgorante, a metà degli anni ’30, dipingendo per lo zar Nicola I la “Veduta di Napoli dalla Tomba di Virgilio” e “Veduta di Napoli dalla villa Graven” nonché i ritratti del principe Hotgetrouby, di Dolgoruki e del conte Potosky. Nell’ultimo periodo della sua attività lascia la pittura di paesaggio per dipingere interni di chiese e conventi
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