CORSINI, Bartolomeo. 1606-1675 Il torracchione desolato , esemplare manoscritto Copiato dal suo originale finito dal Corsinj Autore fedelmente da me Gio. Batta Giambonj Citt.o Fiorentino l'anno 1730. Manoscritto cartaceo (mm 305x215, 443 carte ) frontespizio figurato disegnato a penna, rappresentante in primo piano il 'torracchione', sullo sfondo la campagna Mugellese ed una rocca: grandi iniziali e bei fregi calligrafici all'inizio di ogni canto; legatura tutta pergamena d'epoca. Si tratta di una delle rarissime copie manoscritte del poema capolavoro della vena eroicomica e burlesca, circolanti prima che l'opera venisse data alle stampe. Il poema, composto intorno al 1660, venne infatti pubblicato per la prima volta solo nel 1768 a Parigi. L'autore, nativo di Barberino del Mugello, aveva una casa nella sua terra natale, poco lontana da un'antichissima torre in rovina sulle sponde della Lora; fu questa a suggerirgli l'idea di un poema il cui soggetto fosse l'assedio, la presa e la distruzione della torre. Tra le vicende ora burlesche ora tragicomiche dei vari personaggi, il tremendo gigante Giuntone, la bella Elisea, il cavalier Bruno, figlio di Lazzaraccio signore del Torracchione, il conte di Mangone, la maga Sirmalia, ecc., c' il Mugello con i suoi monti (la Falterona, il Senario, Morel 'che alla gragnuola, alla neve, alla pioggia, il capo estolle', i monti Calvani 'che di fronda non han quant' un capello'), i suoi paesi (il 'bel villaggio' Cantalupo, Cirignano, dove ha luogo la vivace festa campestre la cui descrizione d inizio al poema, Consuma, Terenzana, Torricella, Pratolino, Casaglia, Corzano 'villa famosa per la grossa fiera che gi d mercatanti di Milano, di Padova, e di Roma ivi fatt'era', Prunetola, Vaglia, Buonsollazzo, Cafaggiuolo, Trebbio, Nebbiaja, Cigoli, Cerbaja, ecc.), con le sue famiglie pi celebri (i Patriarchi, i Corsini, gli Ermini, i Pacciani, i Macciani,ecc.). Il poema, in ottave, diviso in venti canti.
CORSINI, Bartolomeo. 1606-1675 Il torracchione desolato , esemplare manoscritto Copiato dal suo originale finito dal Corsinj Autore fedelmente da me Gio. Batta Giambonj Citt.o Fiorentino l'anno 1730. Manoscritto cartaceo (mm 305x215, 443 carte ) frontespizio figurato disegnato a penna, rappresentante in primo piano il 'torracchione', sullo sfondo la campagna Mugellese ed una rocca: grandi iniziali e bei fregi calligrafici all'inizio di ogni canto; legatura tutta pergamena d'epoca. Si tratta di una delle rarissime copie manoscritte del poema capolavoro della vena eroicomica e burlesca, circolanti prima che l'opera venisse data alle stampe. Il poema, composto intorno al 1660, venne infatti pubblicato per la prima volta solo nel 1768 a Parigi. L'autore, nativo di Barberino del Mugello, aveva una casa nella sua terra natale, poco lontana da un'antichissima torre in rovina sulle sponde della Lora; fu questa a suggerirgli l'idea di un poema il cui soggetto fosse l'assedio, la presa e la distruzione della torre. Tra le vicende ora burlesche ora tragicomiche dei vari personaggi, il tremendo gigante Giuntone, la bella Elisea, il cavalier Bruno, figlio di Lazzaraccio signore del Torracchione, il conte di Mangone, la maga Sirmalia, ecc., c' il Mugello con i suoi monti (la Falterona, il Senario, Morel 'che alla gragnuola, alla neve, alla pioggia, il capo estolle', i monti Calvani 'che di fronda non han quant' un capello'), i suoi paesi (il 'bel villaggio' Cantalupo, Cirignano, dove ha luogo la vivace festa campestre la cui descrizione d inizio al poema, Consuma, Terenzana, Torricella, Pratolino, Casaglia, Corzano 'villa famosa per la grossa fiera che gi d mercatanti di Milano, di Padova, e di Roma ivi fatt'era', Prunetola, Vaglia, Buonsollazzo, Cafaggiuolo, Trebbio, Nebbiaja, Cigoli, Cerbaja, ecc.), con le sue famiglie pi celebri (i Patriarchi, i Corsini, gli Ermini, i Pacciani, i Macciani,ecc.). Il poema, in ottave, diviso in venti canti.
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