Olio su tela, cm. 106x144,5 Figlio di un pittore di Arles con lo stesso nome, Trophime Bigot è un artista ben riconoscibile per un gruppo di circa sessanta quadri, secondo l'elenco di Benedict Nicolson, a lui attribuibili per lo spiccato luminismo alla luce notturna che lo distingue. Dopo una prima formazione francese ad Arles, Bigot sarebbe giunto a Roma verso il 1620, come dimostrano i rapporti con l'Accademia di San Luca, influenzato nell'ordine, sempre secondo Nicolson, da Manfredi, Saraceni, Honthorst, Stomer (1630-32), e alla fine da de La Tour (1640 ca.). Chiamato anche The Candlelight Master, viene anagraficamente definito come Maestro Jacomo. Della Cattura di cristo è nota come autografa la tela della Galleria Spada, Roma, delle stesse dimensioni della nostra. Altri soggetti, come San Sebastiano curato da Sant'Irene e Il rinnegamento di San Pietro, così come la Scena di taverna, furono più volte replicati dal maestro e dalla sua bottega. Un'altra replica è segnalata a Macerata, Palazzo Montefoschi. Bibligrafia di riferimento: Benedict Nicolson, Caravaggism in Europe, second edition, revised and enlarged by Luisa Vertova, Torino, 1989, vol. I, p. 61, n. 845, vol. II, tav. 845.
Olio su tela, cm. 106x144,5 Figlio di un pittore di Arles con lo stesso nome, Trophime Bigot è un artista ben riconoscibile per un gruppo di circa sessanta quadri, secondo l'elenco di Benedict Nicolson, a lui attribuibili per lo spiccato luminismo alla luce notturna che lo distingue. Dopo una prima formazione francese ad Arles, Bigot sarebbe giunto a Roma verso il 1620, come dimostrano i rapporti con l'Accademia di San Luca, influenzato nell'ordine, sempre secondo Nicolson, da Manfredi, Saraceni, Honthorst, Stomer (1630-32), e alla fine da de La Tour (1640 ca.). Chiamato anche The Candlelight Master, viene anagraficamente definito come Maestro Jacomo. Della Cattura di cristo è nota come autografa la tela della Galleria Spada, Roma, delle stesse dimensioni della nostra. Altri soggetti, come San Sebastiano curato da Sant'Irene e Il rinnegamento di San Pietro, così come la Scena di taverna, furono più volte replicati dal maestro e dalla sua bottega. Un'altra replica è segnalata a Macerata, Palazzo Montefoschi. Bibligrafia di riferimento: Benedict Nicolson, Caravaggism in Europe, second edition, revised and enlarged by Luisa Vertova, Torino, 1989, vol. I, p. 61, n. 845, vol. II, tav. 845.
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