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Auktionsarchiv: Los-Nr. 12

Messisbugo Cristoforo (da)

Schätzpreis
1.500 € - 3.000 €
ca. 1.681 $ - 3.363 $
Zuschlagspreis:
1.500 €
ca. 1.681 $
Auktionsarchiv: Los-Nr. 12

Messisbugo Cristoforo (da)

Schätzpreis
1.500 € - 3.000 €
ca. 1.681 $ - 3.363 $
Zuschlagspreis:
1.500 €
ca. 1.681 $
Beschreibung:

Messisbugo Cristoforo (da) Banchetti compositioni di vivande, et apparecchio generale... Allo Illustrissimo et Reverendissimo Signor il Signor Don Hippolito da Este, Cardinale di Ferarra. In Ferrara: per Giovanni De Buglhat et Antonio Hucher compagni, 1549. In-4° (mm 199x140). Carte [8] (di cui il frontespizio, con ritratto silografico dell'autore al verso e le prime 3 carte in facsimile), 22, [2], 71 (carta O4 in facsimile), [8 di 9, manca l'ultima carta bianca; presente invece la carta bianca &4). Grande emblema inciso su legno alle carte &3v e c3v, con motto in cartiglio 'Omnia mea mecum porto' (secondo Chiappini da riferire non agli stampatori, ma allo stesso Messisbugo). Due silografie a piena pagina nel testo, raffiguranti la prima l'interno di una cucina, la seconda una scena di banchetto. Legatura in antica pergamena, dorso liscio con titolo breve su tassello dipinto, la lettera 'G' vergata al piede. Discreto esemplare, purtroppo con le mancanze dichiarate. Ampie gore, diffuse bruniture, tracce di sporco. Piccoli restauri all'angolo esterno inferiore bianco dell'ultimo fascicolo; mancante l'angolo della carta a2, senza perdita di testo. Al contropiatto anteriore ex libris 'Ex Bibliotheca Gastronomica Claudio Benporat', e alcune note bibliografiche di possibile mano tardo ottocentesca su foglietto applicato al margine superiore. Pi˜ù antica la mano che al verso della carta c3 ha ricopiato il motto presente nell'emblema. Rarissima prima edizione, pubblicata dopo la morte di Messisbugo, nato a Ferrara da famiglia di origine fiamminga, e 'provveditore ducale', ossia responsabile degli approvvigionamenti della corte e delle retribuzioni al personale della corte Estense. Uno dei grandi testi della scalcheria e della gastronomia del Cinquecento italiano, composto su invito di Ippolito d'Este, e celebre per le 315 ricette che vi sono esposte, per la descrizione dei raffinati banchetti organizzati tra il 1524 e il 1548 per la corte ferrarese, per le fastose silografie che lo arricchiscono. Un trattato che Benporat ha definito "di ineguagliata perfezione", preziosa testimonianza della convivialità ferrarese, e della sua apertura a diversi influssi culturali, grazie a Renata di Francia, consorte del duca Ercole II. "La meticolosa precisione con cui vengono descritte le cene e i numerosi banchetti, la cura dei dettagli, l'impeccabile gestualità del cerimoniale, gli spettacoli letterari o musicali che animano le serate e le ricche liste delle vivande perfettamente assortite nell'alternarsi dei servizi presuppongono l'esistenza di una complessa regia che non abbiamo difficoltà di immaginare opera di questo poliedrico provveditore, uomo di fiducia del duca, accorto promotore di importanti relazioni sociali e attento regista della propria immagine, personaggio emblematico della corte cinquecentesca ferrarese" (C. Benporat, Cucina e convivialità italiana del Cinquecento, Firenze 2007, p. 35). Vicaire 596 (ma collazione sbagliata); Simon 1048; Westbury 150; B.IN.G.1286; Et coquator ponendo 302 ("Il primo libro di cucina che non si rifaccia a Martino"); Sander 4517; C. Benporat, Storia della Gastronomia italiana, Milano 1990, pp. 113120.

Auktionsarchiv: Los-Nr. 12
Auktion:
Datum:
22.06.2015 - 23.06.2015
Auktionshaus:
Libro Philobiblon S.r.l.
Via Antonio Bertoloni 45
00197 Roma
Italien
info@philobiblon.org
+39 06 45555970
Beschreibung:

Messisbugo Cristoforo (da) Banchetti compositioni di vivande, et apparecchio generale... Allo Illustrissimo et Reverendissimo Signor il Signor Don Hippolito da Este, Cardinale di Ferarra. In Ferrara: per Giovanni De Buglhat et Antonio Hucher compagni, 1549. In-4° (mm 199x140). Carte [8] (di cui il frontespizio, con ritratto silografico dell'autore al verso e le prime 3 carte in facsimile), 22, [2], 71 (carta O4 in facsimile), [8 di 9, manca l'ultima carta bianca; presente invece la carta bianca &4). Grande emblema inciso su legno alle carte &3v e c3v, con motto in cartiglio 'Omnia mea mecum porto' (secondo Chiappini da riferire non agli stampatori, ma allo stesso Messisbugo). Due silografie a piena pagina nel testo, raffiguranti la prima l'interno di una cucina, la seconda una scena di banchetto. Legatura in antica pergamena, dorso liscio con titolo breve su tassello dipinto, la lettera 'G' vergata al piede. Discreto esemplare, purtroppo con le mancanze dichiarate. Ampie gore, diffuse bruniture, tracce di sporco. Piccoli restauri all'angolo esterno inferiore bianco dell'ultimo fascicolo; mancante l'angolo della carta a2, senza perdita di testo. Al contropiatto anteriore ex libris 'Ex Bibliotheca Gastronomica Claudio Benporat', e alcune note bibliografiche di possibile mano tardo ottocentesca su foglietto applicato al margine superiore. Pi˜ù antica la mano che al verso della carta c3 ha ricopiato il motto presente nell'emblema. Rarissima prima edizione, pubblicata dopo la morte di Messisbugo, nato a Ferrara da famiglia di origine fiamminga, e 'provveditore ducale', ossia responsabile degli approvvigionamenti della corte e delle retribuzioni al personale della corte Estense. Uno dei grandi testi della scalcheria e della gastronomia del Cinquecento italiano, composto su invito di Ippolito d'Este, e celebre per le 315 ricette che vi sono esposte, per la descrizione dei raffinati banchetti organizzati tra il 1524 e il 1548 per la corte ferrarese, per le fastose silografie che lo arricchiscono. Un trattato che Benporat ha definito "di ineguagliata perfezione", preziosa testimonianza della convivialità ferrarese, e della sua apertura a diversi influssi culturali, grazie a Renata di Francia, consorte del duca Ercole II. "La meticolosa precisione con cui vengono descritte le cene e i numerosi banchetti, la cura dei dettagli, l'impeccabile gestualità del cerimoniale, gli spettacoli letterari o musicali che animano le serate e le ricche liste delle vivande perfettamente assortite nell'alternarsi dei servizi presuppongono l'esistenza di una complessa regia che non abbiamo difficoltà di immaginare opera di questo poliedrico provveditore, uomo di fiducia del duca, accorto promotore di importanti relazioni sociali e attento regista della propria immagine, personaggio emblematico della corte cinquecentesca ferrarese" (C. Benporat, Cucina e convivialità italiana del Cinquecento, Firenze 2007, p. 35). Vicaire 596 (ma collazione sbagliata); Simon 1048; Westbury 150; B.IN.G.1286; Et coquator ponendo 302 ("Il primo libro di cucina che non si rifaccia a Martino"); Sander 4517; C. Benporat, Storia della Gastronomia italiana, Milano 1990, pp. 113120.

Auktionsarchiv: Los-Nr. 12
Auktion:
Datum:
22.06.2015 - 23.06.2015
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