DANTE. Le terze rime . Venezia: Aldo Manuzio, Agosto 1502. 8°. 244 cc. Carattere: 80It. Spazi per capilettera con letterine-guida. (frontespizio rovinato e con rinforzo al margine interno, foro di tarlo alle prime carte che non lede il testo, fioriture e qualche arrossatura.) Legatura veneziana originale in marocchino marrone, decorata in oro, ai piatti cornice di filetti e fregi floreali, al centro il titolo, dorso a 3 nervi, tagli goffrati (restauri rozzamente eseguiti, macchie e piccole lacune). Importante edizione curata da Bembo, che inviò i fascicoli per la composizione ad Aldo man mano che finiva di prepararli (il codice andato in tipografia è l'attuale Vat. Lat. 3197 della Biblioteca Apostolica Vaticana). Rispetto alla tradizione precedente, come aveva già fatto per il Canzoniere di Petrarca , Bembo definì una nuova vulgata che s'impose per tutto il Cinquecento, sino all'edizione della Crusca del 1595. Il libricino "portatiles in formam echiridii", inaugurato con il Petrarca dell'anno precedente, inaugurava un nuovo capitolo della nostra storia letteraria con la piena assunzione della cultura volgare illustre (le due corone intanto, in attesa di Boccaccio) al rango dei grandi classici latini; non a caso il Virgilio del 1501 aveva lo stesso formato e adottava il medesimo carattere corsivo, segno di una comune destinazione alta ottenuta mediante una omogeneità tipografica che ne segnala necessariamente, identità di valore culturale. Renouard 34/5; Mambelli 17.
DANTE. Le terze rime . Venezia: Aldo Manuzio, Agosto 1502. 8°. 244 cc. Carattere: 80It. Spazi per capilettera con letterine-guida. (frontespizio rovinato e con rinforzo al margine interno, foro di tarlo alle prime carte che non lede il testo, fioriture e qualche arrossatura.) Legatura veneziana originale in marocchino marrone, decorata in oro, ai piatti cornice di filetti e fregi floreali, al centro il titolo, dorso a 3 nervi, tagli goffrati (restauri rozzamente eseguiti, macchie e piccole lacune). Importante edizione curata da Bembo, che inviò i fascicoli per la composizione ad Aldo man mano che finiva di prepararli (il codice andato in tipografia è l'attuale Vat. Lat. 3197 della Biblioteca Apostolica Vaticana). Rispetto alla tradizione precedente, come aveva già fatto per il Canzoniere di Petrarca , Bembo definì una nuova vulgata che s'impose per tutto il Cinquecento, sino all'edizione della Crusca del 1595. Il libricino "portatiles in formam echiridii", inaugurato con il Petrarca dell'anno precedente, inaugurava un nuovo capitolo della nostra storia letteraria con la piena assunzione della cultura volgare illustre (le due corone intanto, in attesa di Boccaccio) al rango dei grandi classici latini; non a caso il Virgilio del 1501 aveva lo stesso formato e adottava il medesimo carattere corsivo, segno di una comune destinazione alta ottenuta mediante una omogeneità tipografica che ne segnala necessariamente, identità di valore culturale. Renouard 34/5; Mambelli 17.
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