a Gandolfino da Roreto (attivo ad Asti 1493-1518), cerchia di piccola tavola in rovere a fondo oro, cm 24x16 Il volto del Santo appare girato di tre quarti verso sinistra, segno del fatto che la figura doveva essere intera e rappresentava lo scomparto laterale di un grande altare. Questo è confermato anche dal particolare spessore della tavola. Una delle principali caratteristiche del dipinto è la particolare punzonatura dellaureola. Questa è rappresentata mediante una serie di tre fasce concentriche: la più interna presenta una serie di raggi che partono dalla testa del Santo per arrivare a delle piccole arcatelle. Segue una breve fascia libera ed una seconda parte in cui è presente una teoria di cerchietti con cinque rilievi al centro a simboleggiare un fiorellino. Lulitma parte, la più esterna, è costituita semplicemente da una linea nera che separa laureola dallo sfondo, dorato anchesso. Questo tipo di punzonatura, in concomitanza con una pittura ad olio molto densa (carica di richiami ancora fiamminghi) deve essere confrontata con quella di alcuni pittori attivi in Piemonte e Liguria negli ultimi decenni del XV e nei primi del XVI secolo. Due su tutti: Macrino dAlba e Gandolfino da Roreto. Soprattutto la pittura di questultimo ha dei caratteri molto simili a quelli della tavoletta. Uno dei confronti più calzanti sarà da fare con una tavola passata in asta Finarte nel 1967 ed ora in collezione privata, in cui un bel San Giovanni Battista (fig. 1) ha unaureola, una punzonatura e una postura del tutto simile a quella del San Francesco. Cfr. G. Romano (a cura di), Piemontesi e Lombardi tra Quattrocento e Cinquecento, cat. m., Torino 1989, pp. 48-71, in part. pp. 48-53; G. Romano (a cura di), Gandolfino da Roreto e il Rinascimento nel Piemonte Meridionale, Torino 1998, p.136.
a Gandolfino da Roreto (attivo ad Asti 1493-1518), cerchia di piccola tavola in rovere a fondo oro, cm 24x16 Il volto del Santo appare girato di tre quarti verso sinistra, segno del fatto che la figura doveva essere intera e rappresentava lo scomparto laterale di un grande altare. Questo è confermato anche dal particolare spessore della tavola. Una delle principali caratteristiche del dipinto è la particolare punzonatura dellaureola. Questa è rappresentata mediante una serie di tre fasce concentriche: la più interna presenta una serie di raggi che partono dalla testa del Santo per arrivare a delle piccole arcatelle. Segue una breve fascia libera ed una seconda parte in cui è presente una teoria di cerchietti con cinque rilievi al centro a simboleggiare un fiorellino. Lulitma parte, la più esterna, è costituita semplicemente da una linea nera che separa laureola dallo sfondo, dorato anchesso. Questo tipo di punzonatura, in concomitanza con una pittura ad olio molto densa (carica di richiami ancora fiamminghi) deve essere confrontata con quella di alcuni pittori attivi in Piemonte e Liguria negli ultimi decenni del XV e nei primi del XVI secolo. Due su tutti: Macrino dAlba e Gandolfino da Roreto. Soprattutto la pittura di questultimo ha dei caratteri molto simili a quelli della tavoletta. Uno dei confronti più calzanti sarà da fare con una tavola passata in asta Finarte nel 1967 ed ora in collezione privata, in cui un bel San Giovanni Battista (fig. 1) ha unaureola, una punzonatura e una postura del tutto simile a quella del San Francesco. Cfr. G. Romano (a cura di), Piemontesi e Lombardi tra Quattrocento e Cinquecento, cat. m., Torino 1989, pp. 48-71, in part. pp. 48-53; G. Romano (a cura di), Gandolfino da Roreto e il Rinascimento nel Piemonte Meridionale, Torino 1998, p.136.
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