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Auktionsarchiv: Los-Nr. 17

Vincent van Gogh (Zundert 1853

Schätzpreis
280.000 € - 350.000 €
ca. 308.979 $ - 386.224 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Auktionsarchiv: Los-Nr. 17

Vincent van Gogh (Zundert 1853

Schätzpreis
280.000 € - 350.000 €
ca. 308.979 $ - 386.224 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Beschreibung:

Vincent van Gogh (Zundert 1853 - Auvers-sur-Oise 1890) STILL LIFE WITH A BASKET OF APPLES 1885 circa olio su tela cm 30,6x47,6 sul retro: etichetta con “4” sul telaio STILL LIFE WITH A BASKET OF APPLES circa 1885 oil on canvas 12 by 18 11/16 in on the reverse: label with “4” on the stretcher L’opera è corredata di attestato di libera circolazione. An export license is available for this lot . Provenienza Den Haag, collezione H.P. Bremmer Amsterdam, D. Kompter Amsterdam, C.M. van Gogh Den Haag, Gemeentemuseum (in deposito dal 1929) Christie’s, New York, Impressionist & Nineteenth Century Art, 19 novembre 1998, lotto 149 Bibliografia G.F. Hartlaub, Vincent van Gogh Leipzig 1922,s.n.p. J.B. de la Faille, L’Oeuvre de Vincent van Gogh Catalogue raisonné , Paris-Bruxelles 1928, vol. I, p. 41, n. 115; vol. II, pl. XXX. J. Hulsker, The new complete Van Gogh. Paintings, drawings, sketches , Amsterdam 1996, p. 206, n. 935, tav. 93 Nel 1885 Vincent van Gogh dipinge I mangiatori di patate (Amsterdam, Van Gogh Museum), il dipinto più importante del periodo olandese, prima del trasferimento a Parigi. Nonostante in seguito il suo stile cambi notevolmente con l’adozione di una tavolozza chiara e luminosa e con composizioni meno articolate, Vincent considera questo quadro come uno dei suoi capolavori. L’artista rinuncia completamente all’idillio, creando un’immagine di grande crudezza e realismo in uno spazio spoglio e dalla luce instabile. Ancor più buio appare l’interno in cui è ambientata la nostra natura morta, compiuta anch’essa a Nuenen dove van Gogh visse dal 1883 al 1885 presso i genitori, dopo una crisi religiosa che lo aveva portato a dedicarsi completamente alla pittura. Era stato l’esponente della Scuola dell’Aja Anton Mauve incontrato nel 1881, a spronarlo a dipingere, e lo aveva fatto, come sappiamo dal racconto di Vincent al fratello Theo, iniziando proprio da questo genere pittorico: «Mauve […] mi ha messo davanti a una natura morta e mi ha insegnato come si tiene la tavolozza. E da allora ho realizzato alcuni studi a olio (23 dicembre 1881)». La produzione di questo periodo risente inevitabilmente di alcuni elementi derivati dalla Scuola dell’Aja con tonalità tendenti al grigio ispirate al cielo cupo delle giornate di brutto tempo. Sono nature morte in interni bui e raffigurano prodotti della terra resi nella loro verità, quindi non necessariamente puliti e perfetti nella forma, raccolti in modesti contenitori pertinenti alle abitazioni contadine. Nei panieri non ci sono solo patate, alla cui produzione l’artista dedica diversi studi riguardanti anche il momento della raccolta, ma anche mele, come nel nostro caso, di diverso tipo e colore, alcune collocate nel cestino di vimini, altre intorno ad esso. La natura morta è, secondo van Gogh, uno dei primi esercizi di pittura, così aveva appreso da Mauve e così insegna egli stesso ad alcuni allievi dilettanti di Eindhoven che iniziavano a riconoscere il valore della sua arte. La scelta di questo soggetto da parte di Vincent sembra sia stata motivata anche per eludere l’accusa, mossagli da alcuni preti, di familiarizzare troppo con il ceto meno abbiente al punto da aver avuto un figlio da una delle sue modelle. Per difendersi Vincent decide quindi di escludere le figure umane dai suoi quadri. Nelle sue nature morte, la novità non si trova sicuramente nel soggetto, ma nella modalità di esecuzione con l’utilizzo di un’estesa gamma di colori dalle gradazioni leggermente diverse. La lettura del libro di Felix Braquemond Du dessin et de la couleur aveva suggerito a van Gogh nuove riflessioni coloristiche. Lo testimonia, tra le altre, una lettera del 20 ottobre 1885 a Theo van Gogh riguardante proprio la raffigurazione delle mele: «Ti spiego come è stato dipinto quello studio. Semplicemente così: il verde e il rosso sono colori complementari. Bene, nelle mele c’è il rosso che in sé è molto volgare e altre sfumature verdastre. Poi ci sono anche una o due m

Auktionsarchiv: Los-Nr. 17
Auktion:
Datum:
29.10.2019
Auktionshaus:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italien
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

Vincent van Gogh (Zundert 1853 - Auvers-sur-Oise 1890) STILL LIFE WITH A BASKET OF APPLES 1885 circa olio su tela cm 30,6x47,6 sul retro: etichetta con “4” sul telaio STILL LIFE WITH A BASKET OF APPLES circa 1885 oil on canvas 12 by 18 11/16 in on the reverse: label with “4” on the stretcher L’opera è corredata di attestato di libera circolazione. An export license is available for this lot . Provenienza Den Haag, collezione H.P. Bremmer Amsterdam, D. Kompter Amsterdam, C.M. van Gogh Den Haag, Gemeentemuseum (in deposito dal 1929) Christie’s, New York, Impressionist & Nineteenth Century Art, 19 novembre 1998, lotto 149 Bibliografia G.F. Hartlaub, Vincent van Gogh Leipzig 1922,s.n.p. J.B. de la Faille, L’Oeuvre de Vincent van Gogh Catalogue raisonné , Paris-Bruxelles 1928, vol. I, p. 41, n. 115; vol. II, pl. XXX. J. Hulsker, The new complete Van Gogh. Paintings, drawings, sketches , Amsterdam 1996, p. 206, n. 935, tav. 93 Nel 1885 Vincent van Gogh dipinge I mangiatori di patate (Amsterdam, Van Gogh Museum), il dipinto più importante del periodo olandese, prima del trasferimento a Parigi. Nonostante in seguito il suo stile cambi notevolmente con l’adozione di una tavolozza chiara e luminosa e con composizioni meno articolate, Vincent considera questo quadro come uno dei suoi capolavori. L’artista rinuncia completamente all’idillio, creando un’immagine di grande crudezza e realismo in uno spazio spoglio e dalla luce instabile. Ancor più buio appare l’interno in cui è ambientata la nostra natura morta, compiuta anch’essa a Nuenen dove van Gogh visse dal 1883 al 1885 presso i genitori, dopo una crisi religiosa che lo aveva portato a dedicarsi completamente alla pittura. Era stato l’esponente della Scuola dell’Aja Anton Mauve incontrato nel 1881, a spronarlo a dipingere, e lo aveva fatto, come sappiamo dal racconto di Vincent al fratello Theo, iniziando proprio da questo genere pittorico: «Mauve […] mi ha messo davanti a una natura morta e mi ha insegnato come si tiene la tavolozza. E da allora ho realizzato alcuni studi a olio (23 dicembre 1881)». La produzione di questo periodo risente inevitabilmente di alcuni elementi derivati dalla Scuola dell’Aja con tonalità tendenti al grigio ispirate al cielo cupo delle giornate di brutto tempo. Sono nature morte in interni bui e raffigurano prodotti della terra resi nella loro verità, quindi non necessariamente puliti e perfetti nella forma, raccolti in modesti contenitori pertinenti alle abitazioni contadine. Nei panieri non ci sono solo patate, alla cui produzione l’artista dedica diversi studi riguardanti anche il momento della raccolta, ma anche mele, come nel nostro caso, di diverso tipo e colore, alcune collocate nel cestino di vimini, altre intorno ad esso. La natura morta è, secondo van Gogh, uno dei primi esercizi di pittura, così aveva appreso da Mauve e così insegna egli stesso ad alcuni allievi dilettanti di Eindhoven che iniziavano a riconoscere il valore della sua arte. La scelta di questo soggetto da parte di Vincent sembra sia stata motivata anche per eludere l’accusa, mossagli da alcuni preti, di familiarizzare troppo con il ceto meno abbiente al punto da aver avuto un figlio da una delle sue modelle. Per difendersi Vincent decide quindi di escludere le figure umane dai suoi quadri. Nelle sue nature morte, la novità non si trova sicuramente nel soggetto, ma nella modalità di esecuzione con l’utilizzo di un’estesa gamma di colori dalle gradazioni leggermente diverse. La lettura del libro di Felix Braquemond Du dessin et de la couleur aveva suggerito a van Gogh nuove riflessioni coloristiche. Lo testimonia, tra le altre, una lettera del 20 ottobre 1885 a Theo van Gogh riguardante proprio la raffigurazione delle mele: «Ti spiego come è stato dipinto quello studio. Semplicemente così: il verde e il rosso sono colori complementari. Bene, nelle mele c’è il rosso che in sé è molto volgare e altre sfumature verdastre. Poi ci sono anche una o due m

Auktionsarchiv: Los-Nr. 17
Auktion:
Datum:
29.10.2019
Auktionshaus:
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Borgo degli Albizi 26
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50122 Firenze
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