Suite di 15 tavole calcografiche (mm 360x220). Nel margine interno delle carte gora d'acqua e lavoro di tarlo restaurato, che non lede le tavole. Legatura in cartonato. Seconda e unica edizione dopo quella di La Rochelles (Rupellae: apud Petrum Savovret, 1677). Forse il più famoso ed enigmatico testo alchemico, secondo Canseliet nessuna opera di simbolismo ermetico può essere comparata a questa per interesse e rarità. Come enunciato dal titolo, la filosofia ermetica non viene divulgata con la parola (Mutus Liber), ma mostrata attraverso 15 tavole, contenenti altrettante immagini allegoriche, ricche di dettagli e di simboli; e difatti nella penultima tavola, una delle tre a contenere del testo, si ha il monito «Ora Lege Lege Lege Relege labora et invenies», che chiaramente è un invito a studiare e decifrare il messaggio contenuto nelle immagini. Riguardo alla paternità dell'opera, i più l'attribuiscono al Jacob Saulat che compare nel Privilége du Roy della prima edizione, celato nel titolo sotto lo pseudonimo di Altus («authore cuius nomen est Altus»): il nome Jacobus Sulat risulterebbe anche anagrammando le parole "Oculatus abis", iscritte nell’ultima tavola. Di contro all'opinione comunemente ammessa, Saulat o Sulat potrebbe in realtà essere un altro, più eloquente pseudonimo (Canseliet 14). Bibliotheca esoterica 2870; Bibliotheca Hermetica 211; Caillet III, 7071; Ferguson II, 68-71.
Suite di 15 tavole calcografiche (mm 360x220). Nel margine interno delle carte gora d'acqua e lavoro di tarlo restaurato, che non lede le tavole. Legatura in cartonato. Seconda e unica edizione dopo quella di La Rochelles (Rupellae: apud Petrum Savovret, 1677). Forse il più famoso ed enigmatico testo alchemico, secondo Canseliet nessuna opera di simbolismo ermetico può essere comparata a questa per interesse e rarità. Come enunciato dal titolo, la filosofia ermetica non viene divulgata con la parola (Mutus Liber), ma mostrata attraverso 15 tavole, contenenti altrettante immagini allegoriche, ricche di dettagli e di simboli; e difatti nella penultima tavola, una delle tre a contenere del testo, si ha il monito «Ora Lege Lege Lege Relege labora et invenies», che chiaramente è un invito a studiare e decifrare il messaggio contenuto nelle immagini. Riguardo alla paternità dell'opera, i più l'attribuiscono al Jacob Saulat che compare nel Privilége du Roy della prima edizione, celato nel titolo sotto lo pseudonimo di Altus («authore cuius nomen est Altus»): il nome Jacobus Sulat risulterebbe anche anagrammando le parole "Oculatus abis", iscritte nell’ultima tavola. Di contro all'opinione comunemente ammessa, Saulat o Sulat potrebbe in realtà essere un altro, più eloquente pseudonimo (Canseliet 14). Bibliotheca esoterica 2870; Bibliotheca Hermetica 211; Caillet III, 7071; Ferguson II, 68-71.
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