San Francesco Anna Fortino ceroplasta siciliano (attribuito a) Sicilia, XVIII secolo La scena raffigura San Francesco in estatica contemplazione. Il fondatore dellordine dei frati minori indossa un saio bruno con cordone in vita con i tre nodi, simboli dei tre voti di povertà, castità e ubbidienza (cfr. J. Hall Dizionario dei soggetti e dei simboli nellarte, Milano 1989, pp. 181- 183). Il Santo ha i segni della stigmatizzazione sulle mani e sui piedi e regge con la mano destra il teschio, allusione alla mortalità delluomo. Sulla roccia è posto il Crocifisso e il libro aperto delle preghiere. Contornano la scena svolazzanti puttini alati musicanti e contemplanti e testine alate di cherubini. Lopera per il realistico modellato e la finezza di esecuzione parrebbe da ricondurre ad Arma Fortino, nata a Palermo nel 1673 ed ivi morta nel 1749,cheesercitò la poesia,la musica e la pittura ma si distinse sopra tutto nellarte di modellare la cera(cfr.A.Gallo,Parte prima delle notizie di pittori e musaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia, ms. XV.H.18. del sec. XIX, trascrizione e note di M.M. Milazzo e G. Sinagra, Palermo 2003, p. 264; Idem, Parte seconda delle notizie di pittori e mosaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia, ms. XV.H.19. del sec. XIX, saggio introduttivo, trascrizione e note di A. Mazzè, Palermo 2005, pp. 414-415, 480; Idem, Lavori artistici in cera di Anna Fortino, in Passatempo per le dame, a. 4, n. 33, 13 agosto 1836, pp. 261-264; P. Sgadari Di lo Monaco, Pittori e scultori siciliani dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940,p.54;A.Mongitore,Memorie dei pittori,scultori,architetti,artefici in cera siciliani,ms.1742 ca.,a cura di E.Natoli,Palermo 1977 pp.42-43).Si tramanda che sia stata allieva di Rosalia Novelli figlia di Pietro (A. Mongitore, Memorie..., 1977, pp. 42-43). Il Mongitore sostiene invece che impara larte di lavorare la cera da un tale Zamiano, alunnato poi ripreso dagli altri biografi, probabilmente da intendere come un errore nella scrittura di Zummo, proprio come ipotizza la Natoli (A. Mongitore, Memorie..., 1977, pp. 42-43, si veda anche M.Vitella, in Dizionario degli artisti siciliani, vol. IV,Arti Applicate, a cura di M.C. Di Natale, in corso di stampa, ad vocem). É stata considerata anche allieva di Giacomo Serpotta da AnnettaTunisi Colonna e recentemente è stata ipotizzata una sua collaborazione con lo stuccatore siciliano (S. Grasso - M.C. Gulisano, Mondi in miniatura le cere artistiche nella Sicilia del Settecento, Palermo 2011, pp. 73, 77).Tra le opere dellartista si ricorda un presepe autografo segnalato dal Gallo nella collezione del marchese Cuccia in cui locchio intelligente non sa stancarsi di ammirare la bellezza, diligenza, varietà e grazia delle figure che lo compongono , un S. Giovanni Nepomiceno con angeli e paese, una Santa Rosalia, lArcangelo Raffaele e il ritratto di un re di Sicilia (A. Gallo, Lavori artistici..., in Passatempo..., 1836, p. 262). Si ricordano ancora altre composizioni presepiali realizzate dallartista palermitana, come quella inviata in Spagna al re Filippo V che el volle presso il suo capezzale (A. Mongitore, Memorie..., 1977, p. 43) e molte altre disseminate in vari monasteri e collezioni private siciliane.Alla Fortino si attribuiscono ancora due scene in cera poste allinterno di urne vitree con Santa Rosalia nella grotta e San Girolamo, custodite nella chiesa di SantAntonio Abate di Palermo (ibidem), opere con applicazioni di dorature in oro zecchino (C. Caldarella, Larte della ceroplastica in Sicilia,in F.Azzarello,Larte della ceroplastica in Sicilia nella tradizione della provincia di Palermo,Palermo 1987,p.13) e inoltre La strage degli innocenti, il Martirio di San Sebastiano, San Martino che offre il mantello al povero e una Santa Rosalia in preghiera della collezioneTagliavia di Sciacca (F.Chiappisi,Arte ceroplastica inVal di Mazara nei secoli XVIII e XIX,inTrapani,a.XXIX,n.261,1984,pp.20-21). S
San Francesco Anna Fortino ceroplasta siciliano (attribuito a) Sicilia, XVIII secolo La scena raffigura San Francesco in estatica contemplazione. Il fondatore dellordine dei frati minori indossa un saio bruno con cordone in vita con i tre nodi, simboli dei tre voti di povertà, castità e ubbidienza (cfr. J. Hall Dizionario dei soggetti e dei simboli nellarte, Milano 1989, pp. 181- 183). Il Santo ha i segni della stigmatizzazione sulle mani e sui piedi e regge con la mano destra il teschio, allusione alla mortalità delluomo. Sulla roccia è posto il Crocifisso e il libro aperto delle preghiere. Contornano la scena svolazzanti puttini alati musicanti e contemplanti e testine alate di cherubini. Lopera per il realistico modellato e la finezza di esecuzione parrebbe da ricondurre ad Arma Fortino, nata a Palermo nel 1673 ed ivi morta nel 1749,cheesercitò la poesia,la musica e la pittura ma si distinse sopra tutto nellarte di modellare la cera(cfr.A.Gallo,Parte prima delle notizie di pittori e musaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia, ms. XV.H.18. del sec. XIX, trascrizione e note di M.M. Milazzo e G. Sinagra, Palermo 2003, p. 264; Idem, Parte seconda delle notizie di pittori e mosaicisti siciliani ed esteri che operarono in Sicilia, ms. XV.H.19. del sec. XIX, saggio introduttivo, trascrizione e note di A. Mazzè, Palermo 2005, pp. 414-415, 480; Idem, Lavori artistici in cera di Anna Fortino, in Passatempo per le dame, a. 4, n. 33, 13 agosto 1836, pp. 261-264; P. Sgadari Di lo Monaco, Pittori e scultori siciliani dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940,p.54;A.Mongitore,Memorie dei pittori,scultori,architetti,artefici in cera siciliani,ms.1742 ca.,a cura di E.Natoli,Palermo 1977 pp.42-43).Si tramanda che sia stata allieva di Rosalia Novelli figlia di Pietro (A. Mongitore, Memorie..., 1977, pp. 42-43). Il Mongitore sostiene invece che impara larte di lavorare la cera da un tale Zamiano, alunnato poi ripreso dagli altri biografi, probabilmente da intendere come un errore nella scrittura di Zummo, proprio come ipotizza la Natoli (A. Mongitore, Memorie..., 1977, pp. 42-43, si veda anche M.Vitella, in Dizionario degli artisti siciliani, vol. IV,Arti Applicate, a cura di M.C. Di Natale, in corso di stampa, ad vocem). É stata considerata anche allieva di Giacomo Serpotta da AnnettaTunisi Colonna e recentemente è stata ipotizzata una sua collaborazione con lo stuccatore siciliano (S. Grasso - M.C. Gulisano, Mondi in miniatura le cere artistiche nella Sicilia del Settecento, Palermo 2011, pp. 73, 77).Tra le opere dellartista si ricorda un presepe autografo segnalato dal Gallo nella collezione del marchese Cuccia in cui locchio intelligente non sa stancarsi di ammirare la bellezza, diligenza, varietà e grazia delle figure che lo compongono , un S. Giovanni Nepomiceno con angeli e paese, una Santa Rosalia, lArcangelo Raffaele e il ritratto di un re di Sicilia (A. Gallo, Lavori artistici..., in Passatempo..., 1836, p. 262). Si ricordano ancora altre composizioni presepiali realizzate dallartista palermitana, come quella inviata in Spagna al re Filippo V che el volle presso il suo capezzale (A. Mongitore, Memorie..., 1977, p. 43) e molte altre disseminate in vari monasteri e collezioni private siciliane.Alla Fortino si attribuiscono ancora due scene in cera poste allinterno di urne vitree con Santa Rosalia nella grotta e San Girolamo, custodite nella chiesa di SantAntonio Abate di Palermo (ibidem), opere con applicazioni di dorature in oro zecchino (C. Caldarella, Larte della ceroplastica in Sicilia,in F.Azzarello,Larte della ceroplastica in Sicilia nella tradizione della provincia di Palermo,Palermo 1987,p.13) e inoltre La strage degli innocenti, il Martirio di San Sebastiano, San Martino che offre il mantello al povero e una Santa Rosalia in preghiera della collezioneTagliavia di Sciacca (F.Chiappisi,Arte ceroplastica inVal di Mazara nei secoli XVIII e XIX,inTrapani,a.XXIX,n.261,1984,pp.20-21). S
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