Pittore caravaggesco del XVII secolo olio su tela, cm 176x137 Opera notificata ai sensi dellart. 10 comma 3 lett. a) del D.Lgs. 22.01.2004 n. 42 in quanto dichiarata di rilevante interesse artistico e storico per il patrimonio nazionale, il 1 luglio 2009. Il dipinto è opera di altissima qualità del primo seicento. La figura essenziale e potente è illuminata, quasi bruciata, da una luce che la fa emergere con grande forza dallintenso fondo scuro nel quale si intravede il leone. Levidente caravaggismo, caricato anche da reminiscenze venete, fa pensare a un artista formatosi direttamente nella cerchia più stretta del maestro lombardo. Lopera è stata avvicinata in passato a Carlo Saraceni (Venezia 1580 ca.-1620) da C. Semenzato (Un Girolamo del Saraceni in Arte Veneta, XX 1966, pp.259-260, fig.311), riferimento che in realtà non disdice al dipinto in esame [ ] altra ipotesi attributiva per il San Girolamo è quella avanzata da Marco Gallo in una scheda pubblicata nel catalogo della vendita del 14.XI.2006, lotto 13 per conto della casa daste Finarte, in cui compariva lopera in esame con il riferimento oltre che al Saraceni a Hendrick Jansz Ter Brugghen (Deventer 1588 - Utrecht 1629), uno tra i maestri del caravaggismo nordico, che soggiornò in Italia dal 1604 al 1614, soprattutto a Roma, dove entrò in contatto col Caravaggio e alcuni suoi seguaci come Orazio Gentileschi e Carlo Saraceni Larea attributiva, come si vede, rimane limitata a due artisti, Carlo Saraceni e Hendrick Jansz Ter Brugghen, vicini tra loro e, almeno per un periodo della loro vita, di analoga, stretta adesione al caravaggismo. Lincertezza attributiva, in un dipinto degli inizi del Seicento, non è certo cosa rara e non ha assolutamente carattere determinante per quanto concerne il suo valore a fronte della certezza di una scuola, della individuazione di due artisti in contatto tra loro che conducevano analoghe ricerche nellambito caravaggesco, di un arco cronologico ben preciso, il secondo decennio del Seicento. Bibliografia: Lopera fu pubblicata per la prima volta come Saraceni da: C.Semenzato, Un Girolamo del Saraceni, in Arte Veneta, XX, 1966, pp. 259-260 con lavallo di G.Fiocco. A seguire: C.Donzelli, G.M.Pilo, I pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, p. 367 (come Saraceni). A.Ottani Cavina, Carlo Saraceni Milano 1968, scheda n. 138, p. 138 (pur riconoscendo la qualità straordinaria del dipinto avanza un certo margine di perplessità sul riferimento a Saraceni. M.Gallo, scheda di catalogo Finarte, Roma 14/11/2006 (come Hendrick Terbrugghen)
Pittore caravaggesco del XVII secolo olio su tela, cm 176x137 Opera notificata ai sensi dellart. 10 comma 3 lett. a) del D.Lgs. 22.01.2004 n. 42 in quanto dichiarata di rilevante interesse artistico e storico per il patrimonio nazionale, il 1 luglio 2009. Il dipinto è opera di altissima qualità del primo seicento. La figura essenziale e potente è illuminata, quasi bruciata, da una luce che la fa emergere con grande forza dallintenso fondo scuro nel quale si intravede il leone. Levidente caravaggismo, caricato anche da reminiscenze venete, fa pensare a un artista formatosi direttamente nella cerchia più stretta del maestro lombardo. Lopera è stata avvicinata in passato a Carlo Saraceni (Venezia 1580 ca.-1620) da C. Semenzato (Un Girolamo del Saraceni in Arte Veneta, XX 1966, pp.259-260, fig.311), riferimento che in realtà non disdice al dipinto in esame [ ] altra ipotesi attributiva per il San Girolamo è quella avanzata da Marco Gallo in una scheda pubblicata nel catalogo della vendita del 14.XI.2006, lotto 13 per conto della casa daste Finarte, in cui compariva lopera in esame con il riferimento oltre che al Saraceni a Hendrick Jansz Ter Brugghen (Deventer 1588 - Utrecht 1629), uno tra i maestri del caravaggismo nordico, che soggiornò in Italia dal 1604 al 1614, soprattutto a Roma, dove entrò in contatto col Caravaggio e alcuni suoi seguaci come Orazio Gentileschi e Carlo Saraceni Larea attributiva, come si vede, rimane limitata a due artisti, Carlo Saraceni e Hendrick Jansz Ter Brugghen, vicini tra loro e, almeno per un periodo della loro vita, di analoga, stretta adesione al caravaggismo. Lincertezza attributiva, in un dipinto degli inizi del Seicento, non è certo cosa rara e non ha assolutamente carattere determinante per quanto concerne il suo valore a fronte della certezza di una scuola, della individuazione di due artisti in contatto tra loro che conducevano analoghe ricerche nellambito caravaggesco, di un arco cronologico ben preciso, il secondo decennio del Seicento. Bibliografia: Lopera fu pubblicata per la prima volta come Saraceni da: C.Semenzato, Un Girolamo del Saraceni, in Arte Veneta, XX, 1966, pp. 259-260 con lavallo di G.Fiocco. A seguire: C.Donzelli, G.M.Pilo, I pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, p. 367 (come Saraceni). A.Ottani Cavina, Carlo Saraceni Milano 1968, scheda n. 138, p. 138 (pur riconoscendo la qualità straordinaria del dipinto avanza un certo margine di perplessità sul riferimento a Saraceni. M.Gallo, scheda di catalogo Finarte, Roma 14/11/2006 (come Hendrick Terbrugghen)
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