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Auktionsarchiv: Los-Nr. 23

PIATTO, CASTELDURANTE O PESARO, PRIMA

Schätzpreis
10.000 € - 15.000 €
ca. 11.239 $ - 16.859 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Auktionsarchiv: Los-Nr. 23

PIATTO, CASTELDURANTE O PESARO, PRIMA

Schätzpreis
10.000 € - 15.000 €
ca. 11.239 $ - 16.859 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Beschreibung:

PIATTO, CASTELDURANTE O PESARO, PRIMA METÀ SECOLO XVI in maiolica decorata in giallo arancio, giallo antimonio, blu di cobalto, verde ramina, bruno di manganese; alt. cm 4,5, diam. cm 26,2, diam. piede cm 9,4 A DISH, CASTELDURANTE OR PESARO, FIRST HALF 16TH CENTURY Il piatto ha cavetto piano e larga tesa inclinata con orlo assottigliato poggiante su piede a disco appena rilevato. L’ornato del cavetto mostra al centro, su un paesaggio erboso delimitato da alberelli e da uno steccato, un putto legato a un albero con gli occhi bendati secondo la simbologia dell’ Amore cieco . La tesa, separata da una sottile fascia con un motivo corrivo a formare una catenella, mostra un decoro a trofei, ombreggiati a tinte aranciate e lumeggiati a bianchetto, con nastri graffiti su fondo blu, e la sigla S.P.Q.R. entro un cartiglio, mentre l’orlo è sottolineato da una linea gialla filettata di arancio. Il retro invece non presenta decori, ed è ricoperto da uno spesso strato di smalto con sfumature verdastre. Gli studi più recenti oscillano nell’attribuzione di questa tipologia di opere tra Pesaro e Casteldurante. Il motivo decorativo centrato da un amorino è utilizzato in molti centri intorno al 1500, spesso in associazione con vari decori oltre a quello a trofei , che il Piccolpasso considerava tipicamente metaurense: “Vero è che gli trofei si fanno più per lo Stato di Urbino che in altro luogo”. A Casteldurante questo tipo di decorazione è molto variabile, alternandosi nei toni del grigio o dell’ocra. Secondo alcuni studiosi la discriminante dalla produzione durantino-urbinate pare essere l’uso quasi esclusivo di tonalità cromatiche basate sul giallo-ferraccia. In questo esemplare è notevole la qualità esecutiva, che nella tesa è quasi miniaturistica, e fa pensare a un esemplare ancora cinquecentesco. Spesso i manufatti con motivo a "trofei" sono arricchiti da un cartiglio con l’anno di esecuzione del pezzo, per cui è facile la datazione dei diversi esemplari, che testimoniano una produzione che si protrae fino ai primi decenni del ‘600 (P. Berardi, L'antica maiolica di Pesaro dal XIV al XVII secolo , Firenze 1984, p.191). Confronti puntuali sono presenti nella Collezione Gillet di Lione, attribuiti a Casteldurante con riferimento a opere databili attorno al 1559, (L.S. Fakhri, C. Fiocco, G. Gherardi, Majoliques italiennes de la renaissance. Collection Paul Gillet , Touloise 2015, pp. 190-191 n. 60). Anche un piatto conservato al Museo di Pesaro con un amorino gradiente su fondo giallo mostra molte affinità con la nostra opera, costituendo un valido aggancio cronologico: reca infatti la data 1579 (A. Del Vita, Le maioliche di Casteldurante nel Museo di Pesaro , Pesaro 1930, p. 379). Ancor più vicino stilisticamente il piatto, sempre al Museo di Pesaro, attribuito a Casteldurante con Amore con arco e faretra , ma con variante di colore grigio nella stesura dei trofei (L. Fontebuoni, Raccolta D. Mazza. Ceramiche rinascimentali , vol. IV, 1985–1986, scheda cat. n. 88).

Auktionsarchiv: Los-Nr. 23
Auktion:
Datum:
17.04.2019
Auktionshaus:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italien
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
Beschreibung:

PIATTO, CASTELDURANTE O PESARO, PRIMA METÀ SECOLO XVI in maiolica decorata in giallo arancio, giallo antimonio, blu di cobalto, verde ramina, bruno di manganese; alt. cm 4,5, diam. cm 26,2, diam. piede cm 9,4 A DISH, CASTELDURANTE OR PESARO, FIRST HALF 16TH CENTURY Il piatto ha cavetto piano e larga tesa inclinata con orlo assottigliato poggiante su piede a disco appena rilevato. L’ornato del cavetto mostra al centro, su un paesaggio erboso delimitato da alberelli e da uno steccato, un putto legato a un albero con gli occhi bendati secondo la simbologia dell’ Amore cieco . La tesa, separata da una sottile fascia con un motivo corrivo a formare una catenella, mostra un decoro a trofei, ombreggiati a tinte aranciate e lumeggiati a bianchetto, con nastri graffiti su fondo blu, e la sigla S.P.Q.R. entro un cartiglio, mentre l’orlo è sottolineato da una linea gialla filettata di arancio. Il retro invece non presenta decori, ed è ricoperto da uno spesso strato di smalto con sfumature verdastre. Gli studi più recenti oscillano nell’attribuzione di questa tipologia di opere tra Pesaro e Casteldurante. Il motivo decorativo centrato da un amorino è utilizzato in molti centri intorno al 1500, spesso in associazione con vari decori oltre a quello a trofei , che il Piccolpasso considerava tipicamente metaurense: “Vero è che gli trofei si fanno più per lo Stato di Urbino che in altro luogo”. A Casteldurante questo tipo di decorazione è molto variabile, alternandosi nei toni del grigio o dell’ocra. Secondo alcuni studiosi la discriminante dalla produzione durantino-urbinate pare essere l’uso quasi esclusivo di tonalità cromatiche basate sul giallo-ferraccia. In questo esemplare è notevole la qualità esecutiva, che nella tesa è quasi miniaturistica, e fa pensare a un esemplare ancora cinquecentesco. Spesso i manufatti con motivo a "trofei" sono arricchiti da un cartiglio con l’anno di esecuzione del pezzo, per cui è facile la datazione dei diversi esemplari, che testimoniano una produzione che si protrae fino ai primi decenni del ‘600 (P. Berardi, L'antica maiolica di Pesaro dal XIV al XVII secolo , Firenze 1984, p.191). Confronti puntuali sono presenti nella Collezione Gillet di Lione, attribuiti a Casteldurante con riferimento a opere databili attorno al 1559, (L.S. Fakhri, C. Fiocco, G. Gherardi, Majoliques italiennes de la renaissance. Collection Paul Gillet , Touloise 2015, pp. 190-191 n. 60). Anche un piatto conservato al Museo di Pesaro con un amorino gradiente su fondo giallo mostra molte affinità con la nostra opera, costituendo un valido aggancio cronologico: reca infatti la data 1579 (A. Del Vita, Le maioliche di Casteldurante nel Museo di Pesaro , Pesaro 1930, p. 379). Ancor più vicino stilisticamente il piatto, sempre al Museo di Pesaro, attribuito a Casteldurante con Amore con arco e faretra , ma con variante di colore grigio nella stesura dei trofei (L. Fontebuoni, Raccolta D. Mazza. Ceramiche rinascimentali , vol. IV, 1985–1986, scheda cat. n. 88).

Auktionsarchiv: Los-Nr. 23
Auktion:
Datum:
17.04.2019
Auktionshaus:
Pandolfini Casa d'Aste
Borgo degli Albizi 26
Palazzo Ramirez-Montalvo
50122 Firenze
Italien
info@pandolfini.it
+39 055 2340888
+39 055 244343
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