LEOPARDI, Giacomo (1798-1837). Magnifico cimelio di un Leopardi già, precocemente, postumo a se stesso (Brioschi-Landi 1727). Dopo le deludenti visite precedenti, nel 1832 Giacomo torna a Roma e spera stavolta di entrare in sintonia con uno scenario che l'ha sempre, per qualche motivo, respinto. Ma stavolta la delusione non dipende da lui. Lettera autografa alla sorella ( Alla Nobile Signora Contessa Paolina Leopardi Recanati , indirizzo autografo in piego), una pagina 8° picc. (lievi macchie e timbro postale non ledono il testo), 16 marzo s.a. (altra mano coeva aggiunge 1831, ma la data corretta è 1832): Cara Pilla, Parto p. Firenze, se Dio vuole, domani. Non sono uscito di casa da 19 giorni, ma il viaggio, spero, mi guarirà. Bacia p. me la mano al Papà e alla Mamma, e dì tutto quello che puoi dire a Carlo e a Pietruccio. Salutami anche D. Vincenzo e il Curato. Ho visto Orazio Mazzagalli, persona molto amabile e di belle maniere. Parto, del resto, senza aver riveduto S. Pietro, nè il Colosseo, nè il Foro, nè i Musei, nè nulla; senza aver riveduto Roma. Tale è la mia salute; e sono stato infinitamente meglio del solito quest'inverno, perchè non ho avuto inverno. Addio, Pilla mia. Se Gi. Podavini è tornato, o quando tornerà, fagli avere i miei saluti: nè egli mi trovò in casa, nè io lui, e non ci siamo visti .
LEOPARDI, Giacomo (1798-1837). Magnifico cimelio di un Leopardi già, precocemente, postumo a se stesso (Brioschi-Landi 1727). Dopo le deludenti visite precedenti, nel 1832 Giacomo torna a Roma e spera stavolta di entrare in sintonia con uno scenario che l'ha sempre, per qualche motivo, respinto. Ma stavolta la delusione non dipende da lui. Lettera autografa alla sorella ( Alla Nobile Signora Contessa Paolina Leopardi Recanati , indirizzo autografo in piego), una pagina 8° picc. (lievi macchie e timbro postale non ledono il testo), 16 marzo s.a. (altra mano coeva aggiunge 1831, ma la data corretta è 1832): Cara Pilla, Parto p. Firenze, se Dio vuole, domani. Non sono uscito di casa da 19 giorni, ma il viaggio, spero, mi guarirà. Bacia p. me la mano al Papà e alla Mamma, e dì tutto quello che puoi dire a Carlo e a Pietruccio. Salutami anche D. Vincenzo e il Curato. Ho visto Orazio Mazzagalli, persona molto amabile e di belle maniere. Parto, del resto, senza aver riveduto S. Pietro, nè il Colosseo, nè il Foro, nè i Musei, nè nulla; senza aver riveduto Roma. Tale è la mia salute; e sono stato infinitamente meglio del solito quest'inverno, perchè non ho avuto inverno. Addio, Pilla mia. Se Gi. Podavini è tornato, o quando tornerà, fagli avere i miei saluti: nè egli mi trovò in casa, nè io lui, e non ci siamo visti .
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