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Auktionsarchiv: Los-Nr. 71

Giulio Carpioni (1611-13/1678) Strage degli innocenti Mosè che fa scaturire l'acqua

Fine Art
13.12.2018
Schätzpreis
12.000 € - 15.000 €
ca. 13.654 $ - 17.068 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Auktionsarchiv: Los-Nr. 71

Giulio Carpioni (1611-13/1678) Strage degli innocenti Mosè che fa scaturire l'acqua

Fine Art
13.12.2018
Schätzpreis
12.000 € - 15.000 €
ca. 13.654 $ - 17.068 $
Zuschlagspreis:
n. a.
Beschreibung:

Giulio Carpioni (1611-13/1678) Two oil on canvas paintings, 83x103cm Expertise del Prof. Giuseppe Maria Pilo, 2005 La strage degli innocenti L’episodio che il dipinto raffigura è quello storicamente attestato dal Vangelo di Matteo per cui il re di Giudea Erode il Grande ordinò l’uccisione di tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio fino ai due anni di età con l’intento di sbarazzarsi di Gesù. La nascita del Cristo infatti gli era stata annunciata dei Magi come l’avvento di un futuro re e perciò, ai suoi occhi, di un potenziale rivale e successore. Il tema della strage degli innocenti fu oggetto di svolgimento da parte di numerosi artisti: celebre fra tutti è quello di Guido Reni nella famosa pala dipinta circa nel 1611, ora nella Pinacoteca Nazionale di Bologna; da essa non si discosta molto quella dipinta dal veronese Pasquale Ottino nella chiesa di Santo Stefano di Verona fra il 1619 ed il 1621. Questi due possono essere considerati i precedenti più autorevoli, in quanto componenti la cultura, il gusto e la sensibilità dell’autore stesso. Si tratta di un’opera certa e tipica della piena maturità di Giulio Carpioni che la dipinse in prossimità del 1663, come suggerisce la stretta affinità di stile che la approssima alle quattro pale dell’oratorio di Santa Chiara in Vicenza, documentate in quell’anno. Carpioni interpretò più volte il tema della Strage degli Innocenti: ad esempio nella splendida pala della basilica dei Santi Felice e Fortunato nella città di adozione,Vicenza, dove si accompagna ad altre pale ed al luminoso catino absidale affrescato dal maestro, databile circa al 1666. Una redazione molto simile alla nostra si trova in collezione privata ed è stata pubbilcata da Pilo Cfr. G.M. Pilo, Giulio Carpioni 1961, p. 127, ill. 152 (fig.1) Essa si distingue da quella che proponiamo in asta per alcuni dati tecnici: presenta uno svolgimento leggermente più allungato in orizzontale poiché misura cm 83 × 112 ed una stesura pittorica più bidimensionale, come è proprio delle opere della più inoltrata fase vicentina di Giulio Campioni. Inoltre le due redazioni differiscono anche per le sfumature dei colori: quella pubblicata da Pilo è pervasa da una luminosità più diffusa e generalmente schiarita, mentre quella che proponiamo in asta è caratterizzata da un atteggiamento luministico più chiaroscurato e drammatico, prossimo a quello delle pale citate di Santa Chiara del 1663 e anche ad opere precedenti, dei secondi anni ‘50, quali ad esempio, la grande tela parietale dell’oratorio di San Nicola, documentata nel 1656 e lo svolgimento più precoce del tema del Regno di Hypnos, oggi a Vienna, Kunsthistorisches Museum. Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia L’episodio biblico raffigurato si riferisce al prodigio operato da Mosè durante il viaggio degli Ebrei nel deserto dopo l’ultima uscita dall’Egitto. Narra infatti il Libro dell’Esodo che l’Eterno, per sovvenire alla sete del suo popolo, ordinò a Mosè di percuotere con una verga la rupe del monte Horeb, nella catena del Sinai, facendo poi scaturire da lì abbondante acqua che valse a dissetare gli Ebrei. Il dipinto, assai suggestivo, appartiene certamente alla fase matura della carriera di Giulio Carpioni il quale svolse più di una volta il tema biblico qui presentato. Almeno un’altra versione è quasi del tutto sovrapponibile alla nostra: essa si trova in collezione privata e fu pubblica nella monografia del pittore. Tale redazione presenta qualche variante nella tavolozza, arrivando ad un colorismo generale più chiaro e meno contrastato della nostra; anch’essa di formato ovale, è svolta maggiormente in orizzontale (misura infatti cm 83 x 112). Mettendo a confronto le due varianti si nota anche che alcune figure presentano qualche particolare risolto in maniera diversa ma non c’è’ dubbio che l’autore avesse usato per entrambe lo stesso disegno preparatorio. Cfr. G.M. Pilo, Giulio Carpioni Venezia 1961, pag. 127, ill. 153 (fig. 2)

Auktionsarchiv: Los-Nr. 71
Auktion:
Datum:
13.12.2018
Auktionshaus:
Cambi Casa d'Aste
Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italien
info@cambiaste.com
+39 010 8395029
+39 010 879482
Beschreibung:

Giulio Carpioni (1611-13/1678) Two oil on canvas paintings, 83x103cm Expertise del Prof. Giuseppe Maria Pilo, 2005 La strage degli innocenti L’episodio che il dipinto raffigura è quello storicamente attestato dal Vangelo di Matteo per cui il re di Giudea Erode il Grande ordinò l’uccisione di tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio fino ai due anni di età con l’intento di sbarazzarsi di Gesù. La nascita del Cristo infatti gli era stata annunciata dei Magi come l’avvento di un futuro re e perciò, ai suoi occhi, di un potenziale rivale e successore. Il tema della strage degli innocenti fu oggetto di svolgimento da parte di numerosi artisti: celebre fra tutti è quello di Guido Reni nella famosa pala dipinta circa nel 1611, ora nella Pinacoteca Nazionale di Bologna; da essa non si discosta molto quella dipinta dal veronese Pasquale Ottino nella chiesa di Santo Stefano di Verona fra il 1619 ed il 1621. Questi due possono essere considerati i precedenti più autorevoli, in quanto componenti la cultura, il gusto e la sensibilità dell’autore stesso. Si tratta di un’opera certa e tipica della piena maturità di Giulio Carpioni che la dipinse in prossimità del 1663, come suggerisce la stretta affinità di stile che la approssima alle quattro pale dell’oratorio di Santa Chiara in Vicenza, documentate in quell’anno. Carpioni interpretò più volte il tema della Strage degli Innocenti: ad esempio nella splendida pala della basilica dei Santi Felice e Fortunato nella città di adozione,Vicenza, dove si accompagna ad altre pale ed al luminoso catino absidale affrescato dal maestro, databile circa al 1666. Una redazione molto simile alla nostra si trova in collezione privata ed è stata pubbilcata da Pilo Cfr. G.M. Pilo, Giulio Carpioni 1961, p. 127, ill. 152 (fig.1) Essa si distingue da quella che proponiamo in asta per alcuni dati tecnici: presenta uno svolgimento leggermente più allungato in orizzontale poiché misura cm 83 × 112 ed una stesura pittorica più bidimensionale, come è proprio delle opere della più inoltrata fase vicentina di Giulio Campioni. Inoltre le due redazioni differiscono anche per le sfumature dei colori: quella pubblicata da Pilo è pervasa da una luminosità più diffusa e generalmente schiarita, mentre quella che proponiamo in asta è caratterizzata da un atteggiamento luministico più chiaroscurato e drammatico, prossimo a quello delle pale citate di Santa Chiara del 1663 e anche ad opere precedenti, dei secondi anni ‘50, quali ad esempio, la grande tela parietale dell’oratorio di San Nicola, documentata nel 1656 e lo svolgimento più precoce del tema del Regno di Hypnos, oggi a Vienna, Kunsthistorisches Museum. Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia L’episodio biblico raffigurato si riferisce al prodigio operato da Mosè durante il viaggio degli Ebrei nel deserto dopo l’ultima uscita dall’Egitto. Narra infatti il Libro dell’Esodo che l’Eterno, per sovvenire alla sete del suo popolo, ordinò a Mosè di percuotere con una verga la rupe del monte Horeb, nella catena del Sinai, facendo poi scaturire da lì abbondante acqua che valse a dissetare gli Ebrei. Il dipinto, assai suggestivo, appartiene certamente alla fase matura della carriera di Giulio Carpioni il quale svolse più di una volta il tema biblico qui presentato. Almeno un’altra versione è quasi del tutto sovrapponibile alla nostra: essa si trova in collezione privata e fu pubblica nella monografia del pittore. Tale redazione presenta qualche variante nella tavolozza, arrivando ad un colorismo generale più chiaro e meno contrastato della nostra; anch’essa di formato ovale, è svolta maggiormente in orizzontale (misura infatti cm 83 x 112). Mettendo a confronto le due varianti si nota anche che alcune figure presentano qualche particolare risolto in maniera diversa ma non c’è’ dubbio che l’autore avesse usato per entrambe lo stesso disegno preparatorio. Cfr. G.M. Pilo, Giulio Carpioni Venezia 1961, pag. 127, ill. 153 (fig. 2)

Auktionsarchiv: Los-Nr. 71
Auktion:
Datum:
13.12.2018
Auktionshaus:
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Castello Mackenzie Mura di san Bartolomeo 16c 16
16122 Genova
Italien
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