Gino Severini Nature-morte au panier de fruit Firmato G. Severini in basso a destra Pastelli su carta cm 50,4x65,2 Eseguito a Roma nel maggio del 1960 Firma, titolo e data sul retro Provenienza: Collezione Severini, Roma; Acosta Gallery, Los Angeles; Galleria Russo, Roma (come da timbro sul retro); Christie's, New York, 21 maggio 1981, illustrato al n. 691 Bibliografia: Catalogo Ragionato Gino Severini a cura di Daniela Fonti, edito da Mondadori, Milano 1998, n. 1009 Si ringrazia Romana Severini Brunori per l’aiuto nella compilazione di questa scheda “Il mio lavoro si dirigeva verso una forma diversa da quella delle opere dipinte dal 1910 al 1916 circa; avendo abbandonato i soggetti in movimento, ero condotto quasi automaticamente verso forme più ampie e verso un’idea di costruzione e di composizione che si avvicinava a quella dei cubisti. del resto ho sempre lavorato in questo senso,fino dal 1910, quando ancora non dipingevo ballerine, autobus ecc. […]. Per dire il vero, la mia idea (che poi fu condivisa anche da molti cubisti e approvata da Matisse stesso) era di portare l’espressione artistica ad una forma che conciliasse di estrema vitalità (o dinamismo) dei futuristi con l’intenzione di costruzione, di classicità e di stile che era nei cubisti.” Gino Severini da Stefano Roffi, Severini, L’emozione e la regola, Silvana Editoriale, Milano 2016
Gino Severini Nature-morte au panier de fruit Firmato G. Severini in basso a destra Pastelli su carta cm 50,4x65,2 Eseguito a Roma nel maggio del 1960 Firma, titolo e data sul retro Provenienza: Collezione Severini, Roma; Acosta Gallery, Los Angeles; Galleria Russo, Roma (come da timbro sul retro); Christie's, New York, 21 maggio 1981, illustrato al n. 691 Bibliografia: Catalogo Ragionato Gino Severini a cura di Daniela Fonti, edito da Mondadori, Milano 1998, n. 1009 Si ringrazia Romana Severini Brunori per l’aiuto nella compilazione di questa scheda “Il mio lavoro si dirigeva verso una forma diversa da quella delle opere dipinte dal 1910 al 1916 circa; avendo abbandonato i soggetti in movimento, ero condotto quasi automaticamente verso forme più ampie e verso un’idea di costruzione e di composizione che si avvicinava a quella dei cubisti. del resto ho sempre lavorato in questo senso,fino dal 1910, quando ancora non dipingevo ballerine, autobus ecc. […]. Per dire il vero, la mia idea (che poi fu condivisa anche da molti cubisti e approvata da Matisse stesso) era di portare l’espressione artistica ad una forma che conciliasse di estrema vitalità (o dinamismo) dei futuristi con l’intenzione di costruzione, di classicità e di stile che era nei cubisti.” Gino Severini da Stefano Roffi, Severini, L’emozione e la regola, Silvana Editoriale, Milano 2016
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