Lot 145 Coppia di importanti sculture Probabilmente Roma, seconda metà del XVIII secolo Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza cm 53 e cm 55. Inverno: mancanza alla base posteriormente, felature di cottura, piccole riprese in restauro; Primavera: un braccio rincollato e crepe di cottura ripresi in restauro. Provenienza: già anticamente in collezione Marchesi Assereto, Genova Queste due sculture raffigurano lallegoria dellinverno e della primavera rappresentate da due putti ignudi seduti su massi rocciosi. La primavera tiene dei fiorellini in mano, linverno si copre con un drappo davanti ad un fuoco. Queste figure facevano parte di un insieme con le quattro stagioni e la superficie della porcellana biscuit é leggermente levigata ad imitazione del marmo per riprodurre il più fedelmente possibile i modelli originali. Infatti le nostre sculture sono riprese da marmi e terrecotte dello scultore romano Camillo Rusconi (1658-1728) eseguite verso il 1710. Oggi i marmi originali sono conservati nelle collezioni reali al castello di Windsor. Rusconi arrivò a Roma nel 1684 e sei anni dopo eseguì per il marchese Nicolò Maria Pallavicini una scultura di un putto con un grappolo duva. Lartista modellò questa scultura dapprima in terracotta e poi la scolpì in marmo. Con laccordo del proprietario ne aggiunse altre tre completando la serie delle quattro stagioni che finirono nella galleria del marchese Pallavicini a Roma. Vendute verso il 1730 al re Giorgio I dInghilterra, perché il sovrano dopo averle viste a Roma non voleva tenerle lontano dalla sua vista, adornarono la galleria del Palazzo di Kensington E risaputo delluso, in alcune manifatture nel Settecento, di riproporre in porcellana importanti opere scultoree. Considerando che i marmi si trovavano a Londra dal 1730, é lecito ritenere che i nostri biscuit sono stati eseguiti partendo dai modelli in terracotta dei quali ci sono noti alcuni esemplari: un Inverno datato 1711 ora a Roma al Museo Nazionale del Palazzo Venezia; un Inverno e un Estate della collezione Sackler di New York che sono stati esposti nel 1981 al Metropolitan Museum alla storica mostra European Terracottas from the Arthur M. Sackler Collection; un Inverno conservato a San Pietroburgo al Museo Ermitage A Roma, nella seconda metà del Settecento, nacquero per iniziativa privata, alcune fabbriche di porcellana. Sia la manifattura dei fratelli Cialli che quella di Giovanni Volpato produssero porcellana biscuit contrariamente, pare, a quella di Filippo Cuccomos Da un editto pontificio del 1790 parrebbe che un certo Antonio Sieubert fece dei biscuit in grandi dimensioni, anche se la cosa al momento é tuttaltro che certa. Certo é che Giovanni Trevisan, bassanese detto il Volpato, fu pure uno stimato incisore e antiquario che mantenne stretti rapporti di amicizia con personalità del mondo dellarte di Roma che gli fornirono disegni o modelli per i suoi biscuit. Sappiamo quindi che il Volpato non si ispirò solamente al mondo archeologico ma che riprodusse pure la grande scultura contemporanea Nella seconda metà del Settecento poche manifatture sarebbero state in grado di sfornare sculture con le dimensioni dei nostri putti. Se per materia ed esecuzione dobbiamo escludere le grandi fabbriche straniere, per quanto considerato sopra lattribuzione ad una fabbrica romana appare la più plausibile
Lot 145 Coppia di importanti sculture Probabilmente Roma, seconda metà del XVIII secolo Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza cm 53 e cm 55. Inverno: mancanza alla base posteriormente, felature di cottura, piccole riprese in restauro; Primavera: un braccio rincollato e crepe di cottura ripresi in restauro. Provenienza: già anticamente in collezione Marchesi Assereto, Genova Queste due sculture raffigurano lallegoria dellinverno e della primavera rappresentate da due putti ignudi seduti su massi rocciosi. La primavera tiene dei fiorellini in mano, linverno si copre con un drappo davanti ad un fuoco. Queste figure facevano parte di un insieme con le quattro stagioni e la superficie della porcellana biscuit é leggermente levigata ad imitazione del marmo per riprodurre il più fedelmente possibile i modelli originali. Infatti le nostre sculture sono riprese da marmi e terrecotte dello scultore romano Camillo Rusconi (1658-1728) eseguite verso il 1710. Oggi i marmi originali sono conservati nelle collezioni reali al castello di Windsor. Rusconi arrivò a Roma nel 1684 e sei anni dopo eseguì per il marchese Nicolò Maria Pallavicini una scultura di un putto con un grappolo duva. Lartista modellò questa scultura dapprima in terracotta e poi la scolpì in marmo. Con laccordo del proprietario ne aggiunse altre tre completando la serie delle quattro stagioni che finirono nella galleria del marchese Pallavicini a Roma. Vendute verso il 1730 al re Giorgio I dInghilterra, perché il sovrano dopo averle viste a Roma non voleva tenerle lontano dalla sua vista, adornarono la galleria del Palazzo di Kensington E risaputo delluso, in alcune manifatture nel Settecento, di riproporre in porcellana importanti opere scultoree. Considerando che i marmi si trovavano a Londra dal 1730, é lecito ritenere che i nostri biscuit sono stati eseguiti partendo dai modelli in terracotta dei quali ci sono noti alcuni esemplari: un Inverno datato 1711 ora a Roma al Museo Nazionale del Palazzo Venezia; un Inverno e un Estate della collezione Sackler di New York che sono stati esposti nel 1981 al Metropolitan Museum alla storica mostra European Terracottas from the Arthur M. Sackler Collection; un Inverno conservato a San Pietroburgo al Museo Ermitage A Roma, nella seconda metà del Settecento, nacquero per iniziativa privata, alcune fabbriche di porcellana. Sia la manifattura dei fratelli Cialli che quella di Giovanni Volpato produssero porcellana biscuit contrariamente, pare, a quella di Filippo Cuccomos Da un editto pontificio del 1790 parrebbe che un certo Antonio Sieubert fece dei biscuit in grandi dimensioni, anche se la cosa al momento é tuttaltro che certa. Certo é che Giovanni Trevisan, bassanese detto il Volpato, fu pure uno stimato incisore e antiquario che mantenne stretti rapporti di amicizia con personalità del mondo dellarte di Roma che gli fornirono disegni o modelli per i suoi biscuit. Sappiamo quindi che il Volpato non si ispirò solamente al mondo archeologico ma che riprodusse pure la grande scultura contemporanea Nella seconda metà del Settecento poche manifatture sarebbero state in grado di sfornare sculture con le dimensioni dei nostri putti. Se per materia ed esecuzione dobbiamo escludere le grandi fabbriche straniere, per quanto considerato sopra lattribuzione ad una fabbrica romana appare la più plausibile
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