Coppa Faenza, 1550- 60. Maiolica Diametro cm 23,5 Buono stato di conservazione Provenienza: collezione privata La coppa è del tipo ad umbone pronunciato, ampia parete a baccellature, che ripiegano verso lalto formando un orlo a smerlatura; il piede è ampio e a parete svasata. Sul recto, in corrispondenza dellumbone, allinterno di un medaglione a fondo campito di blu, è dipinto un puttino ignudo, seduto verso sinistra, alle cui spalle si snoda una sciarpa e in atto di reggere un pallone. Sulla restante superficie sono dipinti dei quartieri, composti di sei settori ovali cuspidati, che includono foglie di acanto; lungo il bordo si dispone una stretta fascia con motivo a festone. Dipinta in arancio, blu, bruno e giallo. La produzione a quartieri a Faenza sembra svilupparsi soprattutto dopo il 1530, con alcuni precisi riferimenti cronologici, come nelle crespine del 1543, con S.Maria Egiziaca del Museo di Stoccarda, e del 1547, con Annibale del museo Civico di Pesaro1. Tale tipologia inoltre, come questopera dimostra, si pone in una delle più significative fasi della maiolica faentina della metà del 500, quella cioè che vede il passaggio dal repertorio a piena policromia verso la decantazione dello stile compendiario dei bianchi: fase che viene vissuta e promossa con successo dalle più prestigiose botteghe locali, dai Calamelli agli Utili,questultima con coppea quartieridelle quali si segnala quella del Petit Palais di Parigi 2, ed una analoga a questa in esame nel Museo di Villa Viçosa a Lisbona 3. Dimostra pienamente di appartenere a questa fase precompendiaria il ductus della figurina del putto seduto che stringe un pallone, dipinto con una sensibilità prossima allo stile compendiario canonico, cioè immediata naturalezza pittorica, quasi senza contorno, pochi tocchi per definire il profilo, scioltezza delle ciocche della capigliatura, ombreggiature a mezza tinta, ecc. caratteri che nel corso della seconda metà del 500 caratterizzeranno lo stesso soggetto del putto, topos decorativo per eccellenza, e in generale le solitarie figurine degli umboni delle crespine faentine (d). 1RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366-367. 2BARBE 2006, scheda 55, pp. 127- 128. 3DOS SANTOS SIMOENS 1960, cat. n. 18.
Coppa Faenza, 1550- 60. Maiolica Diametro cm 23,5 Buono stato di conservazione Provenienza: collezione privata La coppa è del tipo ad umbone pronunciato, ampia parete a baccellature, che ripiegano verso lalto formando un orlo a smerlatura; il piede è ampio e a parete svasata. Sul recto, in corrispondenza dellumbone, allinterno di un medaglione a fondo campito di blu, è dipinto un puttino ignudo, seduto verso sinistra, alle cui spalle si snoda una sciarpa e in atto di reggere un pallone. Sulla restante superficie sono dipinti dei quartieri, composti di sei settori ovali cuspidati, che includono foglie di acanto; lungo il bordo si dispone una stretta fascia con motivo a festone. Dipinta in arancio, blu, bruno e giallo. La produzione a quartieri a Faenza sembra svilupparsi soprattutto dopo il 1530, con alcuni precisi riferimenti cronologici, come nelle crespine del 1543, con S.Maria Egiziaca del Museo di Stoccarda, e del 1547, con Annibale del museo Civico di Pesaro1. Tale tipologia inoltre, come questopera dimostra, si pone in una delle più significative fasi della maiolica faentina della metà del 500, quella cioè che vede il passaggio dal repertorio a piena policromia verso la decantazione dello stile compendiario dei bianchi: fase che viene vissuta e promossa con successo dalle più prestigiose botteghe locali, dai Calamelli agli Utili,questultima con coppea quartieridelle quali si segnala quella del Petit Palais di Parigi 2, ed una analoga a questa in esame nel Museo di Villa Viçosa a Lisbona 3. Dimostra pienamente di appartenere a questa fase precompendiaria il ductus della figurina del putto seduto che stringe un pallone, dipinto con una sensibilità prossima allo stile compendiario canonico, cioè immediata naturalezza pittorica, quasi senza contorno, pochi tocchi per definire il profilo, scioltezza delle ciocche della capigliatura, ombreggiature a mezza tinta, ecc. caratteri che nel corso della seconda metà del 500 caratterizzeranno lo stesso soggetto del putto, topos decorativo per eccellenza, e in generale le solitarie figurine degli umboni delle crespine faentine (d). 1RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366-367. 2BARBE 2006, scheda 55, pp. 127- 128. 3DOS SANTOS SIMOENS 1960, cat. n. 18.
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