Beschreibung:

Caporali Cesare Rime piacevoli...Accresciute in questa quarta impressione di molte rime gravi,. In Ferrara: per Vittorio Baldini stampator ducale, 1586. Due opere in un volume in-12° (mm 132x72). Pagine 232 [i.e. 240]. Segnatura: A-K12. Marca tipografica incisa su legno al frontespizio, capilettera ornati e testatine xilografici. Mancanza dell'angolo superiore esterno del frontespizo, strappo alle carte A3, A4, e A9, macchie di inchiostro, lievi aloni. Legato con: Scroffa Camillo. I cantici di Fidentio Glottochrysio et di Jano Argyroglotto. Ristampati, et locupletati d'altre nove simili compositioni. 1586. Pagine: 47, [1]. Segnatura: A-B12. Marca tipografica incisa su legno al frontespizio, capilettera xilografici. Leggeri aloni, piccole macchie di inchiostro al margine esterno. Legatura coeva in pergamena floscia, tracce di bindelle ai lati lunghi, cuciture allentate, ondulazioni e difetti alla pergamena dei piatti. Al verso del frontespizio della prima opera timbro di possesso araldico, annotazione e conti manoscritti al verso della carta di guardia posteriore. I opera: Questa graziosa e fortunata antologia poetica conta numerossisime ristampe a partire dalla prima di Parma del 1582 (Raccolta di alcune rime piacevoli), cui furono fatte, di volta in volta, varie aggiunte nelle edizioni successive. Raccoglie rime di vari autori, ma in particolare del Caporali, del quale spiccano in particolare i due capitoli intitolati Sopra la Corte. Edit16 9207. II opera: "La poesia che per deridere i pedanti o maestri di scuola... si giovava di quel loro gergo infarcito di voci e frasi latine... fu recata in auge da Camillo Scroffa, patrizio vicentino e dottore di leggi, vissuto sempre tranquillamente nella sua città o a Venezia. Lo Scroffa, volendo mettere in ridicolo il pedante Pietro Giunteo da Montagnana, che grottescamente s'intitolava Fidenzio Glottocrisio Ludimagistro, pubblic˜o le proprie rime [prima edizione 1562] con questo pseudonimo; e il linguaggio usato sul serio nell'Hypnerotomachia Poliphili, a lui non ignota, volse alla parodia, secondo gli esempi dell'Aretino e di un Francesco Belo che fin dal 1529 aveva fatto il medesimo nella sua commedia Il pedante... I diciassette sonetti, la sestina e i due capitoli alla bernesca onde I cantici di Fidentio si compongono, per l'urbanità della satira... pel modo come vi ˜è¨ contraffatto il Petrarca e vi sono imitati qua e là il Berni e il Burchiello, ebbero subito gran diffusione" (Francesco Flamini, Il Cinqucento, p. 450). Edit16 73505.